«O Felsinæ decus egregium»
Vespri concertati a più cori per la festa di san Petronio con musica dei maestri bolognesi del primo Seicento
Da oltre trent’anni il concerto per la solennità di san Petronio celebra con sontuoso apparato musicale la festa religiosa e civile del patrono di Bologna.Oltre a rappresentare un appuntamento tradizionale per tutti gli appassionati, esso costituisce un felice esempio di ricerca musicologica applicata: vi si realizza uno degli obiettivi istituzionali della Cappella di S. Petronio, quello di valorizzare, riproponendolo all’ascolto del pubblico, il patrimonio musicale sorto in seno alla Basilica e conservato in abbondanza di fonti nell’archivio annesso. In occasione del concerto, molti capolavori dimenticati degli antichi maestri bolognesi hanno avuto la prima ripresa moderna; le ultime edizioni, in particolare, sono state dedicate ai compositori che ressero la Cappella nel suo secolo d’oro: Maurizio Cazzati (1616-1678), Giovanni Paolo Colonna (1637-1695) e Giacomo Antonio Perti (1661-1756). Quest’anno il programma sarà incentrato su un periodo altrettanto affascinante e pressoché inesplorato della storia musicale petroniana: i primi vent’anni del Seicento, dominati dalla figura di don Girolamo Giacobbi.
Giacobbi nacque a Bologna nel 1567; si formò alla scuola dei chierici di S. Petronio, fu in seguito cantore nella cappella di quella Basilica e ne divenne maestro nel 1604. La solida tecnica contrappuntistica del compositore si espresse fin dalla sua prima opera stampata, i Motecta multiplici vocum numero concinenda del 1601; egli fu, nel contempo, assiduo promotore del neonato stile concertato e del ‘recitar cantando’: a lui si devono i primi esempi di teatro musicale in area emiliana. Fu membro della prestigiosa Accademia dei Gelati, nonché di quella dei Floridi, sorta nel monastero di S. Michele in Bosco sotto l’egida di Adriano Banchieri; di quest’ultima raccolse l’eredità, rifondandola col nome di Accademia dei Filomusi e offrendo come sede la propria casa.
Nel 1609 Giacobbi diede alle stampe la Prima parte dei Salmi concertati a due e più cori; da questa imponente raccolta sono state tratte le musiche funzionali a ricostruire un vespro solenne in onore di S. Petronio, ordinato secondo l’antica struttura liturgica: cinque salmi, preceduti e seguiti da un’antifona, l’inno proprio della festa e il Magnificat, anch’esso associato a un’antifona. Secondo la prassi secentesca, ai salmi saranno alternati mottetti e brani strumentali, dovuti qui a Ottavio Vernizzi e Lucio Barbieri, che furono organisti nella Basilica durante il magistero di Giacobbi. Le antifone saranno eseguite nell’intonazione a sei voci tramandata da un manoscritto anonimo del sec. XVII conservato nell’Archivio di S. Petronio.